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FTSE 100 "Totalmente inadeguato" nella lotta alla schiavitù

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    19 Novembre 2018
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    Lavoro forzato, diritto e politica, catena di fornitura
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Secondo un nuovo studio del Business and Human Rights Resource Center, la maggior parte delle 100 più grandi aziende del FTSE non riesce ad affrontare la schiavitù moderna nelle loro catene di approvvigionamento.

Il gruppo di monitoraggio ha scoperto che, sebbene la maggior parte delle principali società britanniche rispettasse il Modern Slavery Act del Regno Unito nel presentare dichiarazioni annuali, mancavano di dettagli ed erano vaghe su come stavano agendo per ripulire le loro catene di approvvigionamento.

"La stragrande maggioranza degli sforzi riportati dalle società sono del tutto inadeguati", ha affermato Phil Bloomer, direttore esecutivo di BHRRC.

Fondazione Thomson Reuters relazioni:

Il rivenditore Marks & Spencer ha ottenuto i risultati migliori tra le 100 aziende FTSE, ottenendo 78 punti su 100 nella valutazione annuale delle dichiarazioni delle aziende.

L'azienda di bevande Diageo e la catena di supermercati Morrison si sono classificate al secondo e terzo posto, con 62 punti ciascuna, ma quasi tre aziende su quattro hanno ottenuto meno di 40 punti.

I grandi marchi stanno affrontando una crescente pressione da parte delle autorità di regolamentazione e dei consumatori per garantire che le loro operazioni globali non siano contaminate dalla schiavitù moderna, che secondo gli attivisti colpisce quasi 40 milioni di persone in tutto il mondo.

"Le grandi imprese nel Regno Unito hanno avuto tre anni per fare i conti con le regole anti-schiavitù del governo, ma ci sono stati pochi sforzi genuini per porre fine allo sfruttamento", ha detto Nick Grono, amministratore delegato del Freedom Fund, un anti- gruppo di schiavitù.

L'operatore di gioco d'azzardo GVC Holdings, il distributore di prodotti idraulici Ferguson e il portale immobiliare online Rightmove si sono classificati più bassi.

In risposta, Rightmove ha detto che pubblicherà una dichiarazione dettagliata l'anno prossimo, mentre GVC ha affermato che la questione della schiavitù moderna è della massima importanza. Ferguson ha affermato che lo studio non era basato sulla loro più recente dichiarazione sulla schiavitù moderna.

Il Ministero dell'Interno britannico ha preso atto della scarsa conformità del settore privato al Modern Slavery Act, scrivendo ai capi di 17,000 delle circa 19,000 aziende obbligate a denunciare o rischiano di essere nominate e svergognate.

Secondo Transparency in the Supply Chain (TISC), un database pubblico, solo la metà di queste società ha rilasciato dichiarazioni fino ad oggi.

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