L’ONU chiede la fine del sostegno dell’UE alla Guardia costiera libica
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Il capo dei diritti delle Nazioni Unite sollecita la fine del sostegno dell'UE alla Guardia costiera libica

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    Luglio 9, 2024
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    Tratta di esseri umani
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L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto una revisione urgente dell'accordo dell'Unione europea con le autorità libiche per intercettare e rimpatriare i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo. Intervenendo al Consiglio per i diritti umani, Türk ha sottolineato l’allarmante portata di “traffico, tortura, lavoro forzato, estorsione e fame” subiti dai migranti rimpatriati e dai richiedenti asilo.

“È inconcepibile che persone in cerca di sicurezza e dignità soffrano e muoiano in circostanze così indicibili”.

L’UE ha la responsabilità di agire

Notizie ONU segnalati Türk denuncia l'accordo dell'UE con la guardia costiera libica.

L’Alto Commissario ha inoltre sollecitato una revisione dell’accordo di lunga data tra l’Unione Europea e le autorità libiche incaricate di intercettare i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo verso l’Europa. Esperti indipendenti di diritti e enti di beneficenza coinvolti nelle operazioni di ricerca e salvataggio hanno spesso criticato l’accordo, citando presunti comportamenti sconsiderati da parte della Guardia costiera libica, tra cui sparare contro o vicino a navi di migranti e speronare imbarcazioni per farle capovolgere, prima di riportare i sopravvissuti in Libia.

Dal 2015, l’Unione Europea ha finanziato la Guardia Costiera libica per arginare l’ondata di migranti dal Nord Africa verso l’Italia. Questa disposizione consente alla guardia costiera di intercettare spesso i migranti sia nelle acque libiche che in quelle internazionali utilizzando ogni mezzo necessario, prima di rimandarli in Libia.

Nell’ultimo anno, oltre 2,400 persone sono morte o scomparse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale, di cui oltre 1,300 in partenza dalla Libia.

Türk ha ricordato all’Europa “la responsabilità collettiva, ai sensi del diritto internazionale, di salvare vite umane e prevenire la morte in mare”.

Un appello al cambiamento

I sostenitori criticano le politiche ostili dell’UE alle frontiere, che aggravano la sofferenza degli individui vulnerabili che tentano di fuggire dalle condizioni brutali in Libia e altrove. Nuove stime delle Nazioni Unite indicano che il doppio dei migranti muore attraversando il Sahara rispetto a quelli che muoiono nel Mediterraneo, riflettendo la situazione disperata di coloro che fuggono da conflitti, shock climatici ed emergenze prolungate. Queste persone hanno bisogno di sostegno, per non essere rese ancora più vulnerabili a ulteriori abusi.

L’UE continua a sostenere questo sistema orribile. Non possiamo lasciarglielo scappare.

Insieme ad altri attivisti e organizzazioni, stiamo chiarendo all'Unione Europea che non sopporteremo la sua complicità nella schiavitù moderna. Unisciti alla lotta oggi. 

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