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Le app anti-tratta aiutano i sopravvissuti alla tratta?

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    19 Febbraio 2021
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    Tecnologia e strumenti
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Mentre un numero crescente di app afferma di fermare il traffico di esseri umani e di supportare i sopravvissuti, molte non riescono a raggiungere le persone che ne hanno più bisogno.

Quando Kelvin Lim ha avuto l'idea di progettare un'app in cui i membri del pubblico malese potessero segnalare casi sospetti di tratta di esseri umani, sembrava un modo ingegnoso ed efficace per coinvolgere il pubblico nella lotta alla tratta di esseri umani.

Tuttavia, dal suo lancio nell'aprile 2018, l'app My Protector ha ricevuto solo 400 segnalazioni, di cui solo 100 segnalate nel 2020.

Come riportato in cablato questa settimana, l'app My Protector è una delle numerose app anti-tratta che una recente analisi ha riscontrato che stentava a decollare a causa di una "duplicazione degli sforzi, distribuzione inefficiente dei fondi [...] [senza] condividere competenze o dare priorità all'esperienza dei sopravvissuti ".

Inoltre, oltre il 50% delle app analizzate era accessibile solo in inglese e molte non sono riuscite a incorporare le esperienze dei sopravvissuti alla tratta nel loro design, cosa che alcuni come Robert Beiser dell'organizzazione anti-tratta Polaris hanno detto rende queste app uno "spreco di tempo."

Parlando a Cablata, Thi Hoang della Global Initiative Against Transnational Organized Crime ha spiegato:

"Il marketing non raggiunge il pubblico che vogliono raggiungere, come i sopravvissuti alla tratta di esseri umani o le comunità vulnerabili ... Ci sono molti sforzi nello sviluppo di strumenti ma non nel portarli alle persone che ne hanno bisogno. "

Poche di queste app stanno facendo la differenza per le vittime della tratta, non riuscendo a portare alcun tipo di vantaggio a coloro che vengono sfruttati in settori ad alto rischio come le fabbriche di abbigliamento o l'industria della pesca.

Non incorporando i sopravvissuti nella loro progettazione e sviluppo, gli sviluppatori perdono l'opportunità di rendere queste app utili per i sopravvissuti.

Jacquelynn Loos, sopravvissuta alla tratta con sede a Seattle che ora lavora per Real Escape from the Sex Trade, ha detto a Wired:

"Dettagli sottili, come consentire agli utenti di scegliere i propri nomi utente e foto, anziché estrarre automaticamente immagini e dettagli dai loro profili pubblici, fanno un'enorme differenza."

Gli esperti hanno anche sollevato la preoccupazione che meccanismi come le app per identificare le vittime si aggiungano a una cultura del settore anti-tratta di "industria del soccorso", che ignora i fattori che spingono le persone allo sfruttamento in primo luogo.

Sebbene l'identificazione delle vittime sia ovviamente importante, affrontare la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani richiede un cambiamento sistemico che affronti queste cause profonde.

Come afferma Erin Albright, fondatrice dell'organizzazione anti-tratta New Frameworks, "un'app non risolverà questo problema".

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