Minerali di conflitto | Libertà unita

Minerali dei conflitti

“La violenza e la violenza sessuale non sono una novità nella Repubblica Democratica del Congo, ma per le vittime queste atrocità non sono normali… I membri della milizia semplicemente si presentano, rubano ciò che possono e portano uomini e donne fuori dalle comunità locali che vengono poi tenuti prigionieri sotto le più orribili condizioni per mesi alla volta.” -Ana Maria Tijerino, psicologa di Medici Senza Frontiere

Come siamo collegati?

Può essere difficile per molti di noi immaginare cosa significhi vivere nella costante paura dello sfruttamento, della violenza e del lavoro forzato, ma questa è la realtà quotidiana per molte persone che vivono nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Senza saperlo, molti di noi hanno un legame diretto con queste atrocità. L'estrazione mineraria nella RDC orientale genera milioni di dollari per i gruppi armati che terrorizzano e schiavizzano queste comunità. Sono questi "minerali dei conflitti" che possono finire in una vasta gamma di prodotti per la casa dal telefono al computer, alla tua nuova collana d'oro e persino ai tuoi mobili.

Fortunatamente, l'attenzione al problema dei minerali dei conflitti sta crescendo, insieme alla volontà di tutto il mondo di affrontarlo.

Che Cosa Abbiamo Fatto

L'Unione europea è una delle più grandi economie del mondo, importando merci per centinaia di milioni di euro ogni giorno. Abbiamo collaborato con i nostri partner, tra cui Global Witness e Amnesty International, per invitare l'UE a prendere una posizione severa e chiedere che le aziende siano ritenute responsabili del modo in cui si approvvigionano di questi beni. Ciò garantirebbe che non sostengano involontariamente la schiavitù moderna e lo sfruttamento associati all'estrazione illecita nella RDC.

Abbiamo invitato i nostri sostenitori a dire ai membri del Parlamento europeo (MEP) di:

  • Introdurre requisiti legali per le aziende per identificare ed eliminare i minerali di conflitto nella loro catena di approvvigionamento.
  • Garantire che queste regole riguardino qualsiasi azienda che potenzialmente importi minerali provenienti da zone di conflitto nell'UE, sia come materie prime che come parte di prodotti finiti.

Il 20 maggio 2015, il Parlamento europeo ha votato a favore di una nuova legge storica per contrastare il commercio di minerali provenienti da zone di conflitto. Grazie alle azioni di quasi 300,000 sostenitori, i deputati hanno chiesto una legislazione che imponga alle aziende europee che si approvvigionano di questi metalli di farlo in modo responsabile.

Il 22 novembre 2016 è stato seguito un accordo tra il Parlamento, il Consiglio e gli Stati membri su un regolamento volto a fermare il finanziamento dei gruppi armati attraverso il commercio di minerali di conflitto. Ciò ha incoraggiato le aziende europee che si approvvigionano di stagno, tantalio, tungsteno e oro a farlo in modo responsabile. Leggi il rapporto sul campo per questa campagna 

Qual è il prossimo passo?

Continueremo a spingere i decisori ad affrontare i minerali dei conflitti, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. Donando oggi, ci permetterai di continuare a combattere la schiavitù nei minerali dei conflitti. Puoi aiutarci a sostenere il nostro lavoro?

ALTRE ORGANIZZAZIONI CHE LAVORANO SU QUESTO PROBLEMA